I primi violini apparvero verso la metà del Cinquecento; la tradizione ne assegna l’invenzione all’italiano Gasparo da Salò, primo liutaio bresciano di grande fama, la cui opera fu proseguita da G.P. Maggini.
Il primo violino conosciuto che abbia tutte le caratteristiche dello strumento è quello di Antonio Amati, risalente al 1570 circa.
Con Amati e con i suoi figli ebbe inizio la scuola cremonese di liutai, che contò nomi famosi come quelli di G. Guarneri del Gesù e di Antonio Stradivari. Quest’ultimo raggiunse nei suoi strumenti un livello di qualità ancora oggi considerato insuperabile.
Un violinista famoso, anzi il primo tra i grandi: Claudio Monteverdi, è il primo grande violinista della storia di questo strumento.
Nato a Cremona, vera culla della fabbricazione del violino, il giovane Claudio si forma sin da giovanissimo alla musica.
Nonostante nessuna fonte possa attestarlo con certezza, è molto probabile che il musicista sia stato formato da Marc’Antonio Ingegneri, all’epoca musicista della Cattedrale della città lombarda.
Il violino, strumento principe dell’orchestra, protagonista in quasi tutti i complessi cameristici, partner privilegiato dell’autorevole ed ecumenico pianoforte… è in grado di “fare da sè” senza che nessuno lo accompagni?
Pare proprio di sì, a giudicare dalla letteratura musicale per violino solo fiorita dal XVII secolo fino ai giorni nostri. Non in quantità eccezionale, per la verità, ma con punte significative per qualità musicale e valore tecnico.
Tra i primi fu Paul von Westhoff, virtuoso di Dresda, che nel 1696 pubblicò sei Suites destinate a uno strumento non accompagnato. Notevole negli stessi anni il contributo di Heinrich von Biber con la sua monumentale Passacaglia “degli Angeli Custodi”, sedicesima delle Sonate del Rosario. Più tardi fu la volta di Pisendel e Telemann, ma chi raggiunse i vertici in materia fu, tanto per cambiare, il grande Bach.
Le sue tre Sonate e tre Partite per violino solo (BWV 1001-1006) sono un compendio di tutto quanto il violino aveva espresso fino ad allora ad ogni livello.
Si va dalla folgorante brillantezza dei Preludi e dei tempi veloci alla grazia fantasiosa dei movimenti di danza, dalla profonda complessità delle Fughe alla soave bellezza degli Adagio, per culminare nella Ciaccona dalla Seconda Partita, considerata un capolavoro assoluto della musica destinata ad un solo strumento.
Molti anni più tardi, nel 1817, il leggendario Nicolò Paganini creò i suoi 24 Capricci, op.1, che segnano il trionfo del violinismo trascendentale attraverso l’esaltazione di tutte le possibilità tecniche ed espressive del violino.
Con un’esperienza unica il Maestro Mario Brunello ci ha voluto coinvolgere nella sua ricerca di quali colori abbinare alla musica.
Pittori e musicisti da sempre cercano di individuare possibili relazioni esistenti tra colori e suoni e dunque il protagonista della serata è stato il colore “del suono” prima raccontato sotto forma di spontanei pensieri del Maestro e poi con l’esecuzione del Concerto per violoncello e Orchestra op 104 di Antonin Dvorak.
La città si immerge in un’atmosfera magica dove la Musica è protagonista assoluta; corsi di perfezionamento e tanti concerti sono al centro di un’intensa settimana che convoglia centinaia di musicisti e appassionati per frequentare le lezioni di canto, musica medioevale, rinascimentale e barocca – per seguire gli spettacoli in programma.